Quando riesci a mandare qualcuno in barca stai contribuendo a migliorare il suo benessere

Sai che quando riesci a mandare qualcuno in barca stai contribuendo a migliorare il suo benessere?

Se istintivamente, noi che in vari modi lavoriamo con la nautica, questa cosa la diamo per scontata, arriva la scienza a dimostrarci che non solo si sta meglio, ma che si sta meglio in acqua che in qualsiasi altro ambiente naturale.

E sono ormai decine gli studi che dimostrano come il benessere mentale che arriva quando si sta a contatto o vicini all’acqua va ben oltre la felicità o il semplice “sentirsi bene”.

Un articolo pubblicato sulla rivista inglese New Science riporta le evidenze più interessanti. Te ne voglio citare un paio.

L’attenzione, la creatività, la memoria, sono tutte qualità che possono essere migliorate dal liquido che amiamo navigare. Che può anche favorire il sonno, aiutare chi soffre di ansia o di depressione, e persino migliorare alcuni sintomi di patologie come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

Molte volte si dice che ciò sia merito dello stare all’aria aperta, “nella natura” e in buona parte è così, ma secondo quanto sta emergendo da recenti studi scientifici i cosiddetti spazi blu, le aree dove c’è acqua sono, in questo senso, addirittura migliori di quelli verdi.

A presentare questa conclusione sono state le ricerche iniziate una decina di anni fa da Susana Mourato della London School of Economics e George Mackerron dell’Università del Sussex, nel Regno Unito, hanno pubblicato uno studio innovativo che ha coinvolto più di 20mila persone in tutta la Gran Bretagna.

Mediante una delle famigerate app, stavolta usata a fin di studio, i soggetti reclutati dovevano rispondere su come si sentissero in momenti casuali della giornata e di inviare le risposte in quel preciso momento. Probabilmente è da lì che è nata anche l’idea del nuovo social BeReal, quello che a un certo punto della giornata ti chiede di pubblicare una foto di ciò che stai vedendo e nello stesso tempo scatta un selfie.

Ma non divaghiamo, gli scienziati hanno raccolto oltre un milione di risposte: esaminando i dati relativi alla posizione del telefono hanno scoperto che le persone erano sensibilmente più felici quando si trovavano in un ambiente naturale di qualsiasi tipo, rispetto a un ambiente urbano, anche a parità di giorno della settimana o di condizioni meteorologiche. E, buono per noi nautici, i ricercatori hanno scoperto che le aree marine e costiere erano “in buona misura” i luoghi più felici.

I cosiddetti luoghi blu, quelli in cui è presente l’acqua, hanno ottenuto circa sei punti in più, su una scala di felicità di massimo cento punti, rispetto a quelle urbane. L’equivalente della differenza tra assistere a un evento desiderato e fare dei lavori di casa, dicono gli autori della ricerca. 

Giusto per dare un confronto, altri tipi di natura, come le montagne, le brughiere e persino le acque dolci, hanno ottenuto punteggi molto più bassi, ma sempre con un aumento della felicità di circa due o tre punti rispetto alle aree urbane.

Altre iniziative più recenti, come il progetto BlueHealth, realizzato da un consorzio di ricercatori europei, hanno scoperto che, messi a confronto con gli spazi verdi come le foreste e i parchi, gli spazi blu hanno ottenuto risultati migliori per il nostro benessere fisico e mentale.

Mathew White dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, ha effettuato degli studi su bambini che, espulsi da scuola o a rischio di espulsione per problemi comportamentali, sono stati iscritti a un programma di surf. E ha scoperto che, oltre a essere più in forma, i ragazzi hanno assunto atteggiamenti più positivi nei confronti della scuola e delle amicizie. Hanno anche acquisito un’immagine corporea più positiva.  

Spesso i bambini dicono che i genitori giocano e si impegnano di più con loro quando sono al mare e questo tipo di attività sembra costruire esperienze sociali forti e positive. 

Un tempo esclusivo più benefico per l’umore e il benessere, tanto che White e i suoi colleghi hanno approfondito gli studi per capire se l’esposizione agli spazi blu durante l’infanzia abbia un effetto sulla salute mentale in età adulta. La loro ricerca sarà pubblicata a breve.

Infine all’Experiential Yachting Forum che si è tenuto il 2 e 3 marzo durante il Dubai International Boat Show sono stati presentati i risultati di un esperimento neuroscientifico di “Meditazione su una moto d’acqua”. Condotto con 23 volontari e 3 partecipanti pilota, Julian Amengual ricercatore in Neuroscienze e Data Scientist e Patrick Cosson, ricercatore in Neuroscienze cognitive e comportamentali hanno analizzato i dati e hanno rilevato come il rollio delle onde marine influenzi le onde cerebrali durante la meditazione a bordo di una piccola moto d’acqua in mare rispetto alla stessa tecnica di meditazione effettuata sulla terraferma. 

Amengual ha affermato: “In conclusione, mostriamo una chiara evidenza dei maggiori benefici comportamentali e del miglioramento dei correlati fisiologici del benessere dopo aver praticato la meditazione in mare rispetto alla meditazione eseguita sulla terraferma. Crediamo davvero che questi risultati aprano una nuova strada per concepire esperienze olistiche nella nautica da diporto da cui gli utenti potrebbero trarre grandi benefici”.

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